26 Mar Seconda tappa del Progetto “In&Out”: Palermo!
Dopo la prima tappa in Guadalupe, lo scorso Novembre, per il progetto “In&Out – Boosting young migrants and disadvantages youth integration through cultural e volunteering activities” siamo partiti per un secondo meeting a Palermo.
Si è tenuto qui infatti il Training per Trainers previsto dal progetto all’interno del quale sono state presentate le metodologie e gli strumenti che saranno via via definiti e testati durante tutta la durata del progetto (2017-2019), dai cinque partner, in quattro diversi paesi.
Al training, della durata di 6 giorni, hanno partecipato 23 operatori del settore (fra loro: educatori, social-workers, mediatori culturali, project-manager) con l’obiettivo generale di promuovere la cultura come strumento per l’integrazione dei migranti e dei giovani in condizioni di svantaggio attraverso la condivisione di metodologie e buone pratiche.
Ciascun partner del progetto “In&Out” è stato responsabile di una giornata di formazione; nel dettaglio: Adiles (Guadalupe) ha presentato il progetto in generale e la piattaforma che presto conterrà strumenti e motori per la formazione dei formatori, Cesie (Italia, Palermo) ha organizzato un Workshop in cui Amico Dolci ci ha consentito di sperimentare direttamente quel Reciprocal Maieutical Approach che costituisce la principale caratteristica del lavoro di Danilo Dolci.
Il terzo giorno è stato il turno di Beecom: abbiamo presentato un workshop attraverso il quale, con l’uso della fotografia come strumento, il gruppo ha potuto lavorare sulla definizione e poi sulla ricerca di quelle che sono le “impronte culturali”, vecchie e nuove, che segnano il territorio intorno a noi.
Il giorno seguente è stato dedicato ad un workshop proposto dagli svedesi DUG (Dancers Without Borders) che lavorano per l’integrazione dei giovani migranti attraverso la danza. Il corpo è quindi divenuto strumento di costruzione della relazione e della fiducia nell’altro anche qualora non vi sia una lingua ponte in comune fra le persone.
Lo spazio per la formazione, giovedì, è stato lasciato a Jarit che ha racontato alcune delle eccezionali esperienze costruite in venti anni a Valencia, all’interno di Arte Migrante, un festival che si compone di tanti azioni in cui l’arte è strumento di integrazione, ma anche di promozione dei valori e di advocacy.
L’intero gruppo ha poi avuto l’opportunità di conoscere il progetto Ragazzi Harraga, di cui possono essere più informazioni qui: www.non6solo.it/ragazziharraga
Una settimana densa e ricca di stimoli, nuove idee e metodologie che da domani inizieremo a mettere in pratica nei territori, grazie alla forza della rete costruita ed alla certezza che il sapere, quando condiviso, diviene molto più della somma delle sue parti.
Grazie a tutti coloro che hanno fatto parte di questa esperienza. Siamo solo all’inizio!
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