18 Feb CIOYUTH: de-costruire narrative per costruire futuro!
Si è svolta a Firenze dal 10 al 15 Febbraio 2023 la seconda mobilità del progetto CIYOUTH (qui il link al sito) che ha portato in Italia 13 persone da Ghana, Martinica, Perù e Uruguay.
Obiettivo del progetto è fornire strumenti agli educatori perché sappiano valorizzare le competenze culturali dei giovani al fine di un loro miglior accesso al mondo del lavoro.
Come declinare questo obiettivo con una formazione che tenesse conto del contesto culturale in cui la mobilità si svolgeva, ovvero Firenze, una delle città più turistiche al mondo, con circa 16 milioni di turisti all’anno (che hanno raggiunto la cifra di 27.7 milioni nel 2018) e dove il turismo rappresenta la leva economica più importante per l’area e per le persone che la abitano?
Beecom, che coordina il progetto e ha organizzato la mobilità, ha pensato ad un percorso attraverso il quale approfondire esperienze innovative sviluppate in città e che, in modi diversi, provasse a rispondere alle domande: qual è il ruolo dei musei e delle identità culturali nella costruzione di nuove narrative capaci di riconoscere e sostenere il dialogo interculturale? Nei musei e negli spazi culturali possono arrivare e risuonare voci e narrazioni di identità sotto-rappresentate, come quelle migranti? E’ possibile proporre narrative di decolonizzazione in spazi espositivi che presentano collezioni europee e di impianto coloniale? Infine, su questo tracciato, è possibile, riconoscere nuove competenze e generare lavoro?
Il programma ha visto quindi i partecipanti del progetto interagire con il Progetto AMIR (Accoglienza, musei, inclusione e relazione); un progetto avviato nel 2018 e tuttora in corso, a cura di una rete di musei finalizzato a proporre attività di mediazione culturale condotte da cittadini e cittadine di origine straniera. Con AMIR abbiamo visitato il Museo degli Innocenti. Abbiamo inoltre incontrato Daphné Budasz, di “Postcolonial Italy”, un progetto collaborativo che rientra nel campo della digital public history. Il progetto è stato lanciato a dicembre 2018 a Firenze dai dottorandi Markus Wurzer (Università di Graz) e Daphné Budasz (Istituto Universitario Europeo) e mira a documentare le tracce materiali che sono visibili nello spazio pubblico e, quindi, a stimolare un dibattito pubblico sulla storia coloniale silenziosa dell’Italia. Sebbene l’impero coloniale italiano fosse stato relativamente piccolo e di breve durata rispetto ad altri, oggi numerose tracce materiali – nomi di strade, monumenti, edifici ecc. – si possono trovare nelle città italiane così come nelle ex colonie. Con Daphné, dopo un interessante momento in aula, il gruppo ha potuto fare un tour “post-coloniale” della città di Firenze, scoprendone dettagli storici sconosciuti ai più. Infine il gruppo ha potuto visitare il Museo di Antropologia di Firenze – un museo fondato nel 1869 dall’antropologo Paolo Mantegazza, che di quel periodo conserva ancora l’approccio; con Giovanni Berti e Chiara Manfriani durante il tour è stata proposta una disamina del pensiero coloniale sotteso nella collezione e nelle scelte espositive, alla sua persistenza nel tempo – anche attraverso l’interiorizzazione nel nostro vivere quotidiano – e al ruolo che nuovi approcci e narrazioni contemporanee possono avere nel processo di “decolonizzazione” dei musei.
Tutti gli incontri della mobilità, compresi i workshop proposti da ASONEDH e CEP, si sono tenuti nelle sale dell’Associazione Anelli Mancanti, una storia realtà fiorentina che dal 1997 è impegnata nell’ambito del dialogo interculturale, della sensibilizzazione e della formazione.
Infine, per un pranzo che ha molto positivamente colpito i partecipanti, il gruppo è stato ospite de “I Ragazzi di Sipario“: un ottimo ristorante, ma sopratutto un progetto bellissimo e capace di offrire opportunità di lavoro a persone con disabilità intellettiva o in situazione di fragilità, favorirne l’integrazione e l’inclusione sociale attraverso il lavoro e la gestione in forma associata dell’impresa.
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